A 30 anni dalla sua scomparsa del “banchiere di Dio”, la ricostruzione di uno dei più controversi gialli italiani.
Cosa venne trovato sotto il ponte dei Frati Neri, quella mattina londinese del giugno 1982, è noto. Cosa portò Roberto Calvi, uno degli uomini più potenti d’Italia in quel posto, invece è rimasto un mistero. La storia di un piccolo banchiere che nell’arco di un decennio è riuscito a entrare in affari con il Vaticano, la Mafia e la Finanza Internazionale, caldeggiato dalla Massoneria e appoggiato dalla Politica. Un piccolo banchiere divenuto il Banchiere di Dio. L’ascesa di un uomo che ha voluto sempre di più, accumulando soldi, potere e segreti. Tanti segreti da trasformare una tutela in un pericolo di vita. A 30 anni dalla sua scomparsa, con l’aiuto delle nuove inchieste e testimonianze, si fa luce su uno dei gialli italiani più controversi degli anni Settanta. Un mistero che coinvolge il mondo finanziario milanese, il Vaticano, la loggia massonica P2, i servizi segreti, la politica, la mafia e la Banda della Magliana.
“Roberto Calvi avrebbe potuto raccontare inconfessabili retroscena della finanza cattolica e laica, intrecciata al finanziamento di operazioni criminali e a una classe politica fin troppo compromessa con corruzione, coltivazione di posizioni personali e piduismo, utile camera di compensazione per interessi tanto eterogenei quanto convergenti.” – dall’intervento di Antonella Beccaria