Marina Girardi e Rocco Lombardi, fondendo due stili opposti, pittorico e vibrante il primo, cupo e graffiante il secondo, ci restituiscono la complessità dello sguardo di un bambino, che si trova di fronte all’orrore e alla violenza della guerra, ma anche alla straordinaria resistenza di una comunità che – in pieno assedio nazifascista – ha saputo offrire rifugio e salvezza a centinaia di perseguitati.